Il luogo dove sorgeva Eretum

Le fonti togate di questi ultimi quattro decenni hanno ormai posto Eretum a Casa Cotta poiché, nel secolo scorso, pubblicato da Pasqui nelle Notizie scavi, è stato ritrovato, in situ, il XVIII miliario della via Salaria sul suo piedistallo e in perfetto stato di conservazione (Notizie scavi, 1910, Reg. IV - Samnium et Sabina - Montelibretti, Tratto di via antica e milliarium scoperto presso il Tevere, pp. 366-369); e su questo ritrovamento è stata impiantata l’intera loro ipotesi.


Nessuno ha posto attenzione al fatto che il miliario ritrovato era stato collocato sotto Nerva (96-98 d.C.); il XVIII miliario di cui dicono gli antichi storici, invece, doveva essere quello posto in epoca repubblicana: l’uso del cippus miliarius dovrebbe essere di molto anteriore a Gaio Gracco, tramandato come l’inventore da Plutarco.


Quel primo cippo al quale si riferisce Livio, morto nel 17 d.C., e al quale certamente fanno riferimento gli storici, seguendo le traversie della via Salaria all’uscita da Roma, dovrebbe essere stato posto in un luogo molto prossimo al luogo ove oggi sorge il ponte del Grillo (Vicario, Monterotondo in Sabina, Roma 1970, pp. 35-67), quindi più vicino a Roma di qualche miglio.


Io non ho carte nella manica ma, come nei processi indiziari o come l'avvocato del diavolo nei processi dei santi, posso solo porre dubbi, al fine di invitare a esaminare il caso, anche alla luce di queste obiezioni o a darne, di queste, una spiegazione plausibile.


Di solito, quando dico di dubitare della ricostruzione togata, mi si risponde: E se non fossero di Eretum i ritrovamenti di Casa Cotta e della necropoli di colle del Forno, che altro potrebbero essere? Ho sempre rispondo che si tratta di una domanda capziosa, perché l'archeologia ancora mantiene tanti segreti.


Contro la collocazione a Casa Cotta invece depongono:


i soliti antichi scritti che ci tramandano una diocesi di Nomentum che, in origine, comprendeva solo i due insediamenti, confinanti, di Nomentum e di Eretum;

il ritrovamento ormai inconfutabile, ad opera di Fiocchi Nicolai, delle catacombe ove fu sepolto S. Restituto di Eretum, nella zona detta dei Cappuccini;

la eccessiva distanza che intercorre tra queste catacombe e Casa Cotta;

ma, al di sopra di tutto, una considerazione: una sepoltura catacombale così consistente per numero di sepolture, non può non presupporre un altrettanto consistente nucleo abitativo nelle immediate vicinanze; e ciò soprattutto perché la diocesi di Nomentum, per le altre parrocchie del suo territorio, aveva già altri due sepolcri catacombali: quello dei Ss. Alessandro, Evenzio e Teodulo al VII miglio della via Nomentana e, sempre su questa via, quelle dei Ss. Primo e Feliciano per Nomentum. Poteva il sito di Eretum essere così lontano dalla sede del vescovado e dalle sue catacombe?

Per concludere, però, anticipo che negli Annali 2002 dell’Associazione Nomentana di Storia e Archeologia Onlus, che saranno distribuiti l’ultimo sabato di novembre, a conferma della mia ipotesi di Eretum a S. Anzino, che vado sostenendo dal 1970, presenterò le fotografie recuperate di reperti provenienti da scavi a S. Anzino (che si preannunziano molto importanti) e copia della corrispondenza intercorsa fra il trafficante dei reperti archeologici ivi ritrovati e il ricettatore presso una università americana prestigiosa: di ciò è stata data comunicazione alle autorità competenti.