-Zwobada

L’incontro di Vicario con Jacques Zwobada ha rappresentato una di quelle straordinarie realtà, cosiddette "romanzesche"; egli partendo da un semplice indizio, si è ritrovato a spaziare dentro a una serie di avvenimenti che lo hanno condotto da un paese della Puglia, Casamassima, sino a Roma, a Parigi, a New York, a Caracas, a Rabat.


Il libro Zwobada a Mentana, che di quell’esperienza ne è stato il risultato, è stato introdotto, infatti, così:


"Non è un romanzo quello che viene descritto in queste pagine; la vita sa essere molto spesso più fantastica di ogni umana fantasia. Dico subito, invece, che quanto riferirò è vero come gli avvenimenti di un saggio storico, vissuti, goduti o sofferti dai singoli personaggi: il mio compito in questa storia è quello di semplice cronista, divertito se si vuole, ma che nulla inventa e tutto solamente riporta.


"Iniziò un mattino di febbraio del 1995 con la solita chiacchierata telefonica alle sette del mattino con il professor Federico Zeri; egli stava leggendo la biografia di una straordinaria donna francese da poco consegnata alla storia, una scrittrice da lui presentata come "una delle grandi signore dell'alta società parigina, rappresentante di un'élite culturale e mondana, sopravvissuta alle due guerre, che viaggiava, sapeva divertirsi, [...] lanciava le mode intellettuali sino a consacrare talenti artistici e inventare il gusto". Questa donna, che ebbe un'importanza notevole nello svolgimento della nostra storia, si chiamava Louise de Vilmorin.


"L'autore della biografia, Jean Bothorel, fra le altre notizie, informava che la protagonista aveva conosciuto uno scultore, Jacques Zwobada, il quale era innamorato dei paesaggi d'Italia, la terra d'origine di sua moglie, Antonia Fiermonte, che egli aveva amata di un amore incomparabile; dopo la morte di quest'ultima, egli, affranto dal dolore, aveva deciso di offrirle l' omaggio di una tomba che avrebbe sfidato i secoli; questo mausoleo, si diceva nel testo, era stato edificato a Mentana.


"Mi chiedeva, il professor Zeri, se fossi stato a conoscenza della cosa: dovetti confessare che non ne sapevo nulla; mi affrettai tuttavia a prendere le informazioni con gli organi comunali competenti e le notizie, in sequenza come grani di un lungo rosario, non tardarono a farmi conoscere una realtà romanzesca"


L’opera fu introdotta dal sindaco Luigi Cignoni e dall’Assessore Sergio Barbadoro, del quale è riportato il testo che segue:


Molti conoscono e stimano l'attività artistica di ]acques Zwobada ma altrettanti, oltre al nome e alle opere, (di lui) sanno poco o niente.


Sacrifici e ansie della ricerca artistica, speranze e amarezze, trionfi e sconfitte, vita e dramma della morte di grandi personaggi come Zwobada rimangono spesso in ombra.


Tutto ciò non è positivo, perché la conoscenza del personaggio suscita sempre un interesse più vivo verso la sua opera, mettendo in luce gli aspetti umani, le origini e il significato di ogni opera.


ZwobadaL’impresa non facile di raccontare Jacques Zwobada è stata tentata, e a mio avviso riuscita in modo egregio, dall'autore, il quale ha avuto il grande merito di mantenere viva la curiosità di studiosi e lettori, mettendo in rilievo numerosi aspetti sconosciuti della vita ed episodi particolari accaduti all’artista.


Questo libro può essere considerato come un prezioso contributo offerto per una maggiore conoscenza di un grande personaggio che ha lasciato nella città di Mentana una testimonianza unica del suo pensiero e della sua arte. Oltre al suo corpo, Mentana ha lo straordinario privilegio di custodire il mausoleo, ideato, disegnato e fatto erigere dallo stesso Zwobada in omaggio alla sua giovane moglie Antonia Fiermonte, la cui vita fu stroncata a soli quarantadue anni.


Se nel passato l’esistenza di queste illustri presenze a Mentana sono state lasciate all’attenzione di pochi studiosi addetti ai lavori, questo libro, reso possibile dall'impegno del dottor Salvatore Vicario e dal grande impulso dato dal professor Federico Zeri, nostro stimato concittadino, tende sicuramente a colmare questa grave lacuna, rilanciando un impegno dell'intera città per tributare non solo un giusto riconoscimento a un artista ma per esprimere il profondo rispetto per una visione filosofica della sepoltura.


Sergio Barbadoro

Assessore alla Cultura del Comune di Mentana

(Prefazione al libro: "Zwobada a Mentana")




Roma, Mentana e Jacques Zwobada

Nel 1997 Salvatore G. Vicario presentò, in occasione dell'inaugurazione della nuova galleria "Il granaio" di Mentana, il volume Zwobada a Mentana, (Editoriale umbra, Perugia 1997, pp. 206 con num. Ill. b/n e col), nel quale trattava, per la prima volta in Italia, della vita e delle opere di quel grande scultore francese. Questi, sposato ad una giovane donna italiana, Antonia Fiermonte, e amico di un'élite parigina gravitante soprattutto intorno a Louise de Vilmorin, aveva ormai un suo posto di rilievo nella storia dell'arte transalpina - lo scorso anno, a Parigi, è stata presentata una mostra sulla scultura francese intitolata Da Carpeaux a Zwobada - ma in Italia era noto solo a uno sparuto gruppo di addetti ai lavori. Contemporaneamente veniva restaurato, a Mentana, il mausoleo che l'Artista aveva fatto erigere in onore della moglie, morta a Roma all'età di 42 anni, arricchito della donazione fatta alla Comunità dalla figlia, Anna Filali, a titolo gratuito, di altre nove opere in bronzo.


presentazione del libro Zwobada a MentanaL'anno successivo venne inaugurata, ancora a Mentana, una mostra biografica di Zwobada, nella stessa data nella quale si svolgeva, a Roma, nella prestigiosa sede di Palazzo Ruspoli - dal 15 settembre al 15 novembre 1998 - una mostra antologica, con catalogo della Fondazione Memmo (Zwobada, Leonardo arte, pp. 140 con num. ill. b/n e col., con testi di Anna Filali, Claudio Strinati, Roberto Memmo e Pierre Restany, referenze fotografiche di Jean Letourneur e fotografie del Mausoleo di Bruno e Franca Benzi).


Il successo della mostra si è riverberato subito sulla cultura romana: oggi una nuova realizzazione porterà l'arte di Jacques Zwobada all'ammirazione della gente comune di Roma. Infatti il Dipartimento X, Servizio giardini, del comune di Roma, ha ormai varato il progetto definitivo per la Riqualificazione ambientale di Piazza Caprera, sita nel quartiere Trieste della II Circoscrizione. La piazza e gli edifici sulla stessa prospettanti, tranne uno, risalgono agli anni Venti dello scorso secolo.


Il progetto prevede la realizzazione di una zona pedonale centrale particolarmente ampia, arricchita da una vasca d'acqua con fontana centrale suggestivamente illuminata con fibre ottiche, che potrebbe pure essere attivata come fontana musicale.


A impreziosire il complesso, verranno messe in opera due statue bronzee di Jacques Zwobada, raffiguranti la ninfa, posta in orizzontale sul pelo dell'acqua e la danzatrice, collocata in verticale prossima al bordo della vasca.


L'opera completa dovrebbe essere consegnata alla Città entro la fine dell'anno 2002.